Il suo territorio è compreso tra i fiumi Bradano ad est, che separa il comune bernaldese dal comune di Ginosa (TA) (29 km), e Basento che ad ovest separa Bernalda da Pisticci (18 km). A Nord confina con il comune di Montescaglioso (24 km), mentre a Sud si affaccia sul Mar Jonio (12 km) con ben 6 km di coste. Il centro storico sorge su un altopiano scosceso verso il mare, dal cui affaccio sono visibili il Mar Jonio e la frazione di Metaponto. Dista 39 km da Matera, 102 km dal capoluogo di regione Potenza e soli 12 km dalla costa ionica.

Storia di Bernalda

La storia di Bernalda non è molto antica, se la si mette in relazione con altri centri del Metapontino. Verso la fine del III sec. a.C. la città di Metaponto fu saccheggiata e completamente distrutta dai romani. Una parte dei suoi abitanti si spostò sulla collina tra l’attuale chiesetta di San Donato e la Madonna degli Angeli, dove dettero origine ad un agglomerato di case denominato Camarda.
Di queste origini greche non si è ancora in grado di fornire alcuna testimonianza certa. Il primo documento in cui si trova citato un villaggio con il nome di Camarda risale al 1099. Successivamente, nell’anno 1180, Camarda, già costituita come feudo, fu assegnata a Riccardo e nel 1350 ne divenne proprietario Bertrando del Balzo, conte di Montescaglioso.

Sebbene il lungo periodo che la precede sia tuttora avvolto nel mistero, la storia di Bernalda emerge dall’incertezza soltanto alla fine del XV secolo. Il nome Bernalda risale, infatti, al 1497 quando, sulle rovine dell’antica città di Camarda, il segretario del re Alfonso II d’Aragona, tale Bernardino de Bernaudo, decise di spostare il villaggio di Camarda nella zona del Castello. Il barone prestò la massima attenzione nel costruire il nuovo centro abitato, che infatti da lui prenderà il nome di Bernalda, situandolo sul promontorio sporgente sulla vallata del Basento e dandogli un impianto viario in cui sette strade larghe vennero intersecate da otto stradine trasversali che oggi formano il centro storico. Lungo le strade più importanti sorsero i palazzi signorili, caratteristici del paese.

Nel 1735 dimorò a Bernalda Carlo III di Borbone, il quale volle visitare i territori del suo regno, appena acquisito in seguito alla guerra di secessione polacca. Per la grande ospitalità ricevuta, il re volle premiare il centro che lo aveva ospitato e il 21 giugno 1735, con un decreto legislativo, conferì a Bernalda il titolo di città. Il 9 febbraio 1799 il generale Jean Antoine Étienne Vachier detto Championnet inserì il paese nel circondario di Pisticci.[4] Giuseppe Maria Alfano, negli anni Venti del 1800, descrive l’economia agricola del paese, appartenente alla diocesi di Acerenza (PZ), ricca di grano, legumi, olio, cotone e pascoli.[5] Nello stesso periodo, il 21 dicembre del 1819, re Ferdinando I di Borbone firmò il decreto (n. 2020) che permise la celebrazione di una fiera annuale: «da’ 16 fino al mezzodì de’ 19 di maggio», dedicata al patrono San Bernardino da Siena[6]. Il successore Ferdinando II di Borbone, il primo dicembre del 1831 autorizza, (decreto n. 636), l’ampliamento del borgo, scegliendo il fondo denominato “la difesa di san Donato”, che si trova all’estremo opposto rispetto al nucleo urbanistico sorto attorno alla chiesa madre e al castello.[7] Qualche anno più tardi, 1834, venendo incontro ai tanti contadini bisognosi, fu istituito anche qui un monte frumentario. I moti del ’20 ’21 e dei decenni successivi suscitano anche in paese posizioni contrastanti, arresti e aiuti per la spedizione garibaldina.

Nel 1864 gli abitanti censiti sono circa seimila, ma l’economia è ancora prevalentemente agricola, grazie al cotone e allo zafferano. Non manca la pesca, grazie alla vicinanza del fiume Basento e la caccia nei boschi limitrofi.[8]

L’8 settembre del 1865 Bernalda, grazie ad un altro decreto firmato dall’allora re d’ItaliaVittorio Emanuele II, diventa una sezione del collegio elettorale di Matera numero 53, staccandosi da Pisticci (MT). Il sovrano accetta così la richiesta della municipalità bernaldese del 13 novembre 1865, in cui si segnalava la lunghezza e la difficoltà delle strade attraversate dai fiumi. Era assai disagevole, dunque, per i 40 elettori residenti recarsi nel territorio pisticcese ed esprimere il proprio voto[9].

Anche Bernalda è stata purtroppo teatro di eccidi della popolazione civile, stragi legate alle situazioni storico-politiche e sociali del tempo: da quella del 26 marzo 1862, perpetrata nel quadro della repressione del brigantaggio, che provocò 10 o 12 vittime[10], a quella dell’8 aprile 1888, provocata dalla repressione delle proteste popolari contro la “tassa di capitazione”, che fece quattro morti, fino a quella fascista del 31 gennaio 1923, che costò la vita a 3 persone.

Come nel resto del Mezzogiorno, tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e la prima metà del Novecento anche molti abitanti di Bernalda emigrarono in cerca di fortuna. Nel 1904 sbarcarono a New York i bernaldesi Agostino Coppola e Maria Zasa. Uno dei loro figli, il direttore d’orchestra e compositore newyorkese Carmine Coppola, sarà il padre del notissimo regista statunitense Francis Ford Coppola, il quale torna sovente a Bernalda, dove possiede anche un hotel di lusso[11].

Nel 1930 il territorio comunale, prima molto piccolo, si ampliò notevolmente con l’acquisizione dell’area di Metaponto e il conseguente sbocco sul mare, prima appartenente al comune di Pisticci.

Fotografia aerea di Emanuele Rondinone

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